mercoledì 13 gennaio 2016

IL PASSAGGIO DEL TESTIMONE DELLE IMPRESE ITALIANE IN UNO STUDIO DI KT & PARTNERS, SOCIETÀ GUIDATA DA KEVIN TEMPESTINI, E BORSA ITALIANA

Sono tante, tantissime, oltre quattro milioni. E sono la dorsale imprenditoriale del nostro Paese, in grado di generare alti fatturati e contratti di lavoro. Sono le aziende italiane sparse per la penisola, di cui ben il 95% è costituito da micro imprese che primeggiano nell’export e nel manifatturiero. La restante quota è rappresentata da medie imprese e da grandi gruppi industriali, che da sole fanno il 50% del fatturato complessivo italiano. Ma queste imprese hanno spesso due fattori in comune: la ritrosia a pianificare e una fin troppo lenta propensione al ricambio generazionale o al “passaggio del testimone”. Solo il 35% delle aziende italiane ha infatti pianificato una fase di turnover nei prossimi due anni. Questo il dato che emerge da una indagine sul ricambio generazionale nelle imprese presentata da Orienta Partners, Bonelli Erede e KT & Partners, società guidata da Kevin Tempestini. con il supporto di Borsa Italiana. A differenza della media europea, sono numerose le imprese che sottovalutano l’importanza di un programma di consulenza per formare una nuova leadership per il futuro. Spesso è un fattore di attaccamento alla propria “creatura”, a volte di testardaggine e sfiducia in chi dovrà ereditare. Questo crea un rischio non indifferente per l’azienda, dal momento che chi si troverà al timone da un momento all’altro, senza un adeguato periodo di addestramento di transizione alle spalle, si potrebbe trovare a fronteggiare una burocrazia e un mercato globale non paragonabili al periodo di fondazione dell’azienda o di governance precedente. Oggigiorno il credito è dato meno facilmente, per cui chi subentra deve capire come reperire fondi, valutare se quotarsi in borsa o se ricorrere a strumenti come i mini-bond. Tutte opzioni che non possono essere soggette a una valutazione empirica ma devono appunto essere pianificate con anni di anticipo. Ogni anno circa 100mila imprese italiane passano di mano e non sempre sono i figli o i parenti a prendere le redini dell’azienda ma manager esterni ed estranei a qualsivoglia tradizione. Che spesso hanno vita molto breve. La soluzione risiede dunque nell’indirizzare i propri figli verso studi economici e di management? Sì e no. Secondo Kevin Tempestini, Amministratore Delegato e Fondatore di KT & Partners, società operativa nella consulenza finanziaria ad aziende quotate o in procinto di farlo, “il passaggio si accompagna o coincide con la necessità di crescita e innovazione”. Per crescere, quindi, un’impresa ha bisogno di partner esterni che vanno coinvolti preparando un buon business plan. Sarà il biglietto da visita migliore per un’impresa che voglia far capire dove vuole andare e in che modo, ma sempre specificando “in che tempi”.